TANTI AUGURI PINO DANIELE OGGI AVRESTI COMPIUTO 60 ANNI (VIDEO DEDICA)

Giovedì 19 marzo Pino Daniele avrebbe compiuto 60 anni. Ma il suo cuore ha smesso di battere, il quattro gennaio scorso. Un fulmine a ciel sereno da una parte, dall'altra un evento atteso. Da tempo il cantante napoletano conviveva con cardiopatia non curabile. Ogni giorno era un giorno guadagnato. La corsa in ospedale da Manciano fino a Roma, dal medico che lo aveva in cura, non è servita niente. Al Sant'Eugenio il Re del blues c'è arrivato già morto.

Quello che rimane di quei giorni è il clamore mediatico, i risvolti legali, le polemiche tra la ex moglie e la sua ultima compagna di vita, la stessa che assecondato la sua richiesta portandolo nella Capitale, anziché al primo ospedale vicino. Ci sono state discussioni tra i familiari, confusione alla camera ardente, prima aperta al pubblico e poi richiusa. Tutte dinamiche che reso amaro il suo addio e che certamente avrebbero amareggiato per primo proprio Pino, che teneva molto alla riservatezza sulla propria vita privata. Era pronto un nuovo disco e un tour Ai 60 anni Pino stava per arrivare con un nuovo album, "molto acustico" lo aveva definito, e con il fortunato tour della réunion di "Nero a metà", senza dubbio uno dei momenti più felici non solo per lui ma per la storia della musica italiana. La delusione per la mancanza di figure di riferimento Non era entusiasta del mondo che si trovava attorno: "Per un sessantenne oggi ci sono cose francamente insopportabili, come l'assenza di pensiero e di figure di riferimento per le nuove generazioni". Era cresciuto e diventato famoso in un mondo dove la musica era un collante umano e trasmetteva valori perché era uno degli strumenti utilizzati per cercare (almeno sognare) di cambiare le cose. Non amava i talent Apparteneva alle generazioni che si costruivano il successo con la gavetta, "rubando" dai dischi e dai musicisti più anziani e bravi: il mondo dei talent lo guardava con un certo sospetto, anche se riconosceva che ai giovani non vengono offerte grandi alternative, vista anche la crisi della discografia. Una vita dedicata allo studio La delusione però non gli impediva di tenersi aggiornato. Promuovendo artisti più giovani come Rocco Hunt e Clementino, che aveva invitato come ospiti in alcuni concerti del suo ultimo tour. E studiando: ha passato tutta la vita a cercare di migliorarsi come musicista e a cercare nuove forme di contaminazione per il suo grande progetto di musica mediterranea, a cominciare dai suoi idoli di chitarrista, Jeff Beck, Eric Clapton, ma anche Paco de Lucia, Frank Zappa ("sono diventato pazzo ascoltando 'Over Night Sensation'" raccontava), Carlos Santana, Pat Metheny. Eredità artistica incalcolabile La sua eredità artistica è incalcolabile: in pochi sono riusciti a cambiare così a fondo le regole stesse della musica italiana, rinnovando la tradizione napoletana e portando al grande pubblico livelli esecutivi e concezioni tipiche della scena internazionale. Diventa un 'bene culturale' Per omaggiare il suo genio l'Università Suor Orsola Benincasa ha fatto sapere che dalla prossima settimana partirà un percorso di studi su Pino Daniele come bene culturale. "Vogliamo provare a mettere ancor meglio in luce tutti gli aspetti storici, antropologici, sociologici e pedagogici legati alla sua figura e al grande lascito artistico. In quasi 40 anni di carriera ha inciso profondamente sul modo di raccontare la sua città, cambiando sensibilmente l'immaginario sui napoletani e lavorando profondamente sui linguaggi del Mediterraneo fondendoli magistralmente con il blues e con la scala musicale partenopea"