28/1/1966 NASCEVANO I POOH - 51 ANNI DI POOH (STORIA DI GRANDI SUCCESSI)
28 gennaio 1966, cinquantuno anni fa, nella casa discografica Vedette, nascono i Pooh, la band che farà la storia del nostro pop, di lì a poco esordiranno con il loro primo 45 giri. Dimenticate "Piccola Katy" e "Tanta voglia di lei", quelli sono stati i primi successi e sono venuti dopo, rispettivamente 1968 e 1971, la loro prima volta fu beat puro, leggi chitarre elettriche, batteria, tastiere, poca melodia e arrangiamenti sostenuti. Ma dimenticate anche i Pooh che conoscete, la prima volta erano altri. E non c'era nessuno di quelli che poi sono arrivati ai giorni nostri. Incredibile, ma vero. Vediamo la loro storia.
Il primo nucleo di quello che sarà il gruppo dei Pooh, all'epoca conosciuto come Jaguars, si forma ufficialmente nel 1962 a Bologna, per opera del batterista Valerio Negrini e di un giovane chitarrista di estrazione orchestrale e di famiglia nobile, Mauro Bertoli. Dopo vari cambiamenti, alla fine del '65, si arriva alla prima formazione un po' più stabile: Valerio Negrini (batteria), Mauro Bertoli (chitarra solista), Gilberto Faggioli (basso), Mario Goretti (chitarra ritmica) e Bob Gillot (tastiere).
Questo quintetto ottiene un contratto con la etichetta Vedette di Armando Sciascia che, avendo perso da poco l'Equipe 84, sta cercando un nuovo complesso beat da lanciare sul mercato per il pubblico giovanile che porta i capelli lunghi e segue la new wave della musica. Poiché esiste una formazione romana con lo stesso nome (i Jaguars), che ha già inciso un disco, si deve trovare una nuova denominazione: come ha raccontato lo stesso Sciascia, quella che viene scelta (su suggerimento di Aliki Andris, corrispondente estera della Vedette) è ispirata a Winnie the Pooh, l'orsacchiotto della letteratura per l'infanzia. E' il 28 gennaio di 50 anni fa.
Ecco così che esce il loro primo 45 giri in quella formazione beat, si intitola "Vieni fuori", ed è la cover di un brano lanciato dallo Spencer Davis Group guidato da Steve Winwood "Keep on Running", nel Lato B c'è "L'uomo di ieri". L'adattamento italiano del testo è di Valerio Negrini e non di Maurizio Vandelli, come invece accreditato. Ai tempi vigeva uno strano regolamento SIAE che destinava al primo degli autori che adattasse in italiano un testo inglese, anche i proventi dei successivi adattamenti, disconoscendone quindi il lavoro.
La copertina di quel disco è eloquente per la nostra narrazione, i volti dei cinque Pooh sono ignoti ai più, perché non sono gli attuali, ma gli originali e fondatori del gruppo, anzi, come venivano chiamati allora le band nate sulla scia della British Invasion, del complesso.
I magnifici cinque iniziano a farsi notare. Partecipano al programma cult della domenica "Settevoci" condotto da Pippo Baudo, già da allora talent scout di artisti. Qui presentano il brano "Quello che non sai", cover di "Rag doll" dei Four Seasons, pubblicato poi come lato B di "Bikini Beat", il loro secondo 45 giri uscito a maggio, che viene commissionato al quintetto come jingle pubblicitario da parte di un'importante marca di rossetti.
Sul finire del mese di aprile il giovane bergamasco Camillo Roby Facchinetti (eccolo!) sostituisce alle tastiere Bob Gillot. Nell'estate dello stesso anno, Riccardo Fogli (e due) entra a far parte del complesso, sostituendo Gilberto Faggioli, bruscamente "licenziato" da Bertoli & company. L'incontro fra l'ex cantante degli Slenders, un gruppo rock di Piombino, e il complesso dei Pooh avviene al Piper di Milano. Poi Bertoli lascia e i Pooh restano in quattro. Dody Battaglia arriverà al posto di Goretti nel 68 dopo "Piccola Katy", Stefano D'Orazio nel '71 col passaggio alla CBS in sostituzione di Negrini che diventerà l'autore del gruppo. Fogli lascia nel 73 per tentare la carriera di solista e arriva Red Canzian (sarà il quarto) i Pooh diventano.i Pooh ed entrano nella leggenda. Ma questa è un'altra storia.
Il primo nucleo di quello che sarà il gruppo dei Pooh, all'epoca conosciuto come Jaguars, si forma ufficialmente nel 1962 a Bologna, per opera del batterista Valerio Negrini e di un giovane chitarrista di estrazione orchestrale e di famiglia nobile, Mauro Bertoli. Dopo vari cambiamenti, alla fine del '65, si arriva alla prima formazione un po' più stabile: Valerio Negrini (batteria), Mauro Bertoli (chitarra solista), Gilberto Faggioli (basso), Mario Goretti (chitarra ritmica) e Bob Gillot (tastiere).
Questo quintetto ottiene un contratto con la etichetta Vedette di Armando Sciascia che, avendo perso da poco l'Equipe 84, sta cercando un nuovo complesso beat da lanciare sul mercato per il pubblico giovanile che porta i capelli lunghi e segue la new wave della musica. Poiché esiste una formazione romana con lo stesso nome (i Jaguars), che ha già inciso un disco, si deve trovare una nuova denominazione: come ha raccontato lo stesso Sciascia, quella che viene scelta (su suggerimento di Aliki Andris, corrispondente estera della Vedette) è ispirata a Winnie the Pooh, l'orsacchiotto della letteratura per l'infanzia. E' il 28 gennaio di 50 anni fa.
Ecco così che esce il loro primo 45 giri in quella formazione beat, si intitola "Vieni fuori", ed è la cover di un brano lanciato dallo Spencer Davis Group guidato da Steve Winwood "Keep on Running", nel Lato B c'è "L'uomo di ieri". L'adattamento italiano del testo è di Valerio Negrini e non di Maurizio Vandelli, come invece accreditato. Ai tempi vigeva uno strano regolamento SIAE che destinava al primo degli autori che adattasse in italiano un testo inglese, anche i proventi dei successivi adattamenti, disconoscendone quindi il lavoro.
La copertina di quel disco è eloquente per la nostra narrazione, i volti dei cinque Pooh sono ignoti ai più, perché non sono gli attuali, ma gli originali e fondatori del gruppo, anzi, come venivano chiamati allora le band nate sulla scia della British Invasion, del complesso.
Sul finire del mese di aprile il giovane bergamasco Camillo Roby Facchinetti (eccolo!) sostituisce alle tastiere Bob Gillot. Nell'estate dello stesso anno, Riccardo Fogli (e due) entra a far parte del complesso, sostituendo Gilberto Faggioli, bruscamente "licenziato" da Bertoli & company. L'incontro fra l'ex cantante degli Slenders, un gruppo rock di Piombino, e il complesso dei Pooh avviene al Piper di Milano. Poi Bertoli lascia e i Pooh restano in quattro. Dody Battaglia arriverà al posto di Goretti nel 68 dopo "Piccola Katy", Stefano D'Orazio nel '71 col passaggio alla CBS in sostituzione di Negrini che diventerà l'autore del gruppo. Fogli lascia nel 73 per tentare la carriera di solista e arriva Red Canzian (sarà il quarto) i Pooh diventano.i Pooh ed entrano nella leggenda. Ma questa è un'altra storia.
ECCO COME SARÀ IL PALCO DI SANREMO 2017
Si contano ormai i giorni all’inizio della 67esima edizione del Festival di Sanremo e ormai tutti non parlano d’altro: la Rai proprio oggi ha comunicato a gran sorpresa la scenografia.
Ancora una volta lo scenografo scelto è Riccardo Bocchini che ha dato a questo nuovo Festival un tocco nuovo, dove si percepisce una fusione tra tecnologia e passione.
Perché tutto nasce dallo spunto offerto da un piccolo oggetto di carta: un semplicissimo pop up realizzato con un cartoncino ed una fustella. Da questo oggetto nasce l’idea per la nuova scena di Sanremo 2017: una linea continua, un segno progettuale che vuole trasformare il teatro Ariston in una suggestiva Music Hall, un segno planimetrico che dia un continuum progettuale tra palco e platea. L’idea è quella di rappresentare lo spazio scenico come un grande pop up, visto da angolazioni diverse, che si trasforma in un gioco progettuale del tutto originale dove la scenografia si unisce alla grafica e alla tecnologia” spiega Riccardo ai microfoni di Tv Sorrisi e Canzoni “Il progetto è caratterizzato da scomposizioni e ricomposizioni dell’oggetto, rompendo l’unicità del punto di vista. La risoluzione dell’immagine appare con la trama di angoli e piani prospettici incrociati. La percezione come in un quadro cubista cambia, non si limita ad uno sguardo, ma implica l’indagine approfondita sulla struttura delle cose e sul loro funzionamento. Tutti i manufatti scenografici siano di ferro, di stoffa, di tecnologia, si frammentano, si comprimono, si estendono sempre da un unico elemento che è la lamella che forma il pop up. Questi movimenti ideali trovano la consacrazione nel movimento reale della parte centrale, la scala. Lo spazio scenico del palco si apre: da una parte abbracciando il pubblico del teatro, dall’altro avvolgendo gli artisti che si esibiranno sul palco facendoli sentire al centro di uno spazio fisico che li circonda“.
Sanremo 2017, Renato Zero: "Carlo Conti ha bocciato la canzone che avevo scritto per Sal da Vinci"
C'è grande amarezza nelle parole di Renato Zero. L'artista romano aveva scritto Nanà, brano cantato da Sal da Vinci e presentato alla commissione del 67esimo Festival di Sanremo. Brano che è stato prontamente rifiutato da Carlo Conti e soci. "Sono in...cacchiatissimo, diciamo così. Non per me, non per la canzone, e nemmeno per Sal, con cui ho composto gran parte del suo nuovo disco, Non si fanno prigionieri (rilasciato il 2 dicembre scorso, ndr)", ha fatto sapere Zero al quotidiano Il Mattino.
Il brano voleva essere un canto di lode alla città partenopea (quest'anno già rappresentata al Festival da Gigi d'Alessio e Clementino fra i Big, Maldestro e Lele tra i Giovani): "Avevo scritto, in questo momento, un inno d'amore per Napoli città aperta, Nanà appunto: possibile che non meritasse di essere tra i 22 brani scelti? Tutti migliori del mio? Tutte voci migliori di quella di Sal?".
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